Capitolo x: secondo fine settimana: chiamatemi Coach. E' stata una settimana molto dura. Ho lavorato come un porco, anche io giorni in cui non ho lezione comunque andato al campus, per finire di definire alcune cose, e in parte non ho ancora finito. Le lezioni vanno abbastanza bene, così come il mio processo di acclimatazione nell'area. Il clima è piuttosto freddo, piovoso, sembrava dovesse nevicare di nuovo ma non credo che lo farà. Venerdì sono andato ancora una volta a un pub con quelli del dipartimento, stavolta senza bici, e per fortuna, visto che al ritorno era un freddo allucinante (penso -5). Ieri invece sembrava che ci fosse un pigiama (o preferite pijama?) party dalle spagnole, che poi però è saltato. Morale della favola: Tardo pomeriggio e serata di ieri passata a pulire la stanza, casa (entro certi limiti visto che sono l'unico che si prende la briga di dare il cencio a terra) e fare il bucato. Come direbbe Marco sto diventando un ometto: a me piace pensare che sto diventando un casalinguo. Tra l'altro, ieri primo corpo a corpo con ferro e camicia (mai stirato in vita mia, esordire con una camicia non è un'idea geniale?). Direi che è finita in pareggio, un onesto 2 a 2, ma devo dire che non è andata male, almeno non come mi sembrava sulle prime. Ieri è stato forse il primo momento in cui ho avuto il tempo di avvertire un po' di “vuoto”. Da quando sono arrivato ho girato come una trottola, e non mi sono quasi accorto che venti giorni sono già passati, non ho avuto potuto prendere molta coscienza di dov'ero, cosa stavo facendo, perchè. Questo vuoto a tratti mi faceva paura, da lontano, ma sono stato contento che ci fosse, perchè senza il vuoto non si apprezza il pieno, e perchè non ci si può riempire il tempo a causa dell'horror vacui. Non che io lo stessi facendo, ma dei momenti di pausa ci vogliono. Per il resto sono stato molto contento di aver scoperto la piscina del campus, gratuita, come del resto quasi tutte le facilitazioni per gli studenti, e che tra i servizi comprende la distribuzione di asciugamani puliti, ti asciughi e glielo restituisci zozzo. Avanti un altro. Non è geniale? Per non parlare delle docce con il distributore di sapone. Per tanti versi è veramente un altro mondo, sono pratici, a volte anche troppo, ma essenzialmente pratici, o pigri se volete, dipende dai punti di vista. Poi ho scoperto grazie al mio amico Jacob un supermercato di prodotti biologici e/o naturali molto grande, caro assatanato, ma non sempre, e con tanti prodotti di ottima qualità, tra l'altro è a circa 10 minuti di bici da casa mia, quindi non male. Infine l'ultima cazzata che ho fatto, tanto per complicarmi la vita, mettere carne al fuoco. Ieri mi sono iscritto a un'associazione volontaria che organizza squadre e tornei di calcio amatoriali, mi hanno chiesto se volevo fare l'aiuto allenatore a una squadra, detto fatto. Due ore alla settimana, prima dei miei allenamenti. Spero di non pentirmene, ma tanto se ne riparla tra 2 mesi (inizia a marzo), i pargoli dovrebbero avere sugli 11 anni. A Firenze difficilmente avrei potuto fare questa esperienza, sono contento di poterla fare qui. E' tutto: scusate il tenore serio, ma stavolta gira così. Oggi mi ero portato la macchina al supermercato per fare foto a cose che voi umani non potreste neanche immaginare, ma poi non ce l'ho fatta, sarà per le prossime puntate. P.S: Sto leggengo “Addio alle armi” in inglese.
lunedì, gennaio 22, 2007
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1 commento:
poch boch ken loach
pindo unico coach
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