martedì, gennaio 22, 2008

Cade e si fa male©

La strada e' ghiacciata, e di brutto anche. Fu cosi' che stamani, mentre eroicamente mi recavo all'universita', ho dato di barta (termine tecnico) dalla bici e baciato il suolo. CAZZO (altro termine tecnico). For god's sake non mi sono fatto niente, a parte rompere due guanti di lana (si perche', visto il freddo, porto due paia uno sopra l'altro). Per fortuna li avevo pagati poco poco.

Martin Luther King Day, ovvero come non fare un cazzo e sfruttare il finesettimana lungo

Signore e signori, oggi negli Stati Uniti si celebra il MLK o Martin Luther King day. Ecco perchè sabato scorso alle 6 25 io e Marilena abbiamo preso l'aereo e siamo volati a Washington D.C. Due giorni e mezzo, sabato, domenica e stamani mattina. E' uno dei due finesettimana lunghi che ci sono per il semestre di primavera nella calvinista America: l'altro finesettimana è Pasqua :-) Così, mentre già cominciano ad emergere timidi progetti per Spring Break (quasi 10 gg), eccoci a Washington. La capitale degli Stati Uniti è decisamente una bella città. Non enorme, con un'ottima metropolitana e prezzi cari, ma non carissimi considerato che si tratta della capitale. E' una città ricca di locali, ristoranti etnici, monumenti, edifici e musei. La casabianca fa il suo effetto, lo stesso vale per l'obelisco gigantesco. Purtroppo in tutta la città domina un pò troppo la predisposizione al colonnato greco, un pò troppo compulsiva, ma in generale è carina. Devo dire che i musei sono assolutamente il fiore all'occhiello di questo luogo. Dieci o più musei gratis, tutti condensati in una zona vicino al campidoglio, tra cui la National Gallery. A differenza che New York, città bellissima ma invivibile per una vita, Washington dà l'idea di essere decisamente più abbordabile. Peccato per i -10° di ieri, che uniti al vento hanno reso la gita un pò freddina...adesso però ho qualcosa da raccontare ai nipoti o agli amici mentre svalvolo ubriaco al bancone di un bar. Il freddo ha sferzato un pò tutta l'America del nord-est, tant'è che qua a Chapel Hill ha nevicato, timidamente ma ha nevicato, ed ora che è notte sono -5°. Altre cose da segnalare: ho aperto i taralli, accompagnati da ottimo sott'olio calabrese, denominato "fuoco calabrese" (attendo responso di domani dalle mie emorroidi). Marilena dovrebbe aver trovato non uno, ma due lavori, uno da Nanny (o Babysitter che dirsivoglia) e uno da insegnate di italiano, il tutto dopo avere iniziato a frequentare la scuola di inglese (lezioni dal lunedì al venerdì, grammatica, pronuncia, scrittura/lettura). Chi vivrà vedrà...

mercoledì, gennaio 09, 2008

Il ritorno

Il rientro alla Collina (Chapel Hill) è stato completato: io sono arrivato due giorni fa, Marilena ieri. Il mio volo è andato tutto regolare, tutto in orario, e... udite udite, le valigie pieno di cibo sono passate indenni dai controlli doganali. Non sono stato neanche fermato e le varie vettovaglie che mi aiuteranno a non sentir nostalgia di casa sono già state messe in sicurezza a casa. Una menzione d'onore a questo punto va fatta alla mia giacca. Come temuto, il personale dell'aereoporto di Firenze mi ha rotto i coglioni sul peso delle valigie, nonostante la tara della bilancia fosse chiaramente sballata. Essendo solo e non potendo lasciare qualcosa per alleggerire a qualcuno, ho imboscato 3 chili di roba tra libri e caffè nello spazio tra giacca interna ed esterna. Superata la prova della bilancia ho infilato tutto nel bagaglio a mano e via. Anche il volo di Marilena tutto regolare; a lei hanno controllato il bagaglio a New York, ma non ci sono stati problemi. Intanto io ho già iniziato le lezioni, oggi alle 2 quella che insegnavo, mentre domani mi aspettano i due corsi di italiano. Lunedì, con grande gioia, mi aspettano circa 140 pagine in inglese per il corso di cinema. Qua tutto regolare, casa, università. Il viaggio è stato strano, e come molti sanno non partivo molto contento, sospeso nel limbo atemporale e aspaziale di aereoporti e 12 ore di volo complessive. L'arrivo solitario della prima sera a casa mi ha fatto un pò tristezza, come se quell'appartamento non mi appartenesse. Boh. Invece il giorno dopo all'università è stato tutto più solare. Saranno stati i 20 gradi (che ci sono anche oggi: sono in maniche corte), o il rivedere tanti amici dopo un pò di tempo, con la freschezza e la voglia di vedersi e di stare insieme che un pò di distanza a volte fa venire. O più banalmente l'idea che 6 ore più tardi arrivava Marilena. E' stato un pò come se fossi saltato dal vuoto aereoportuale a una cornice di cui comunque conoscevo i contorni.