lunedì, novembre 26, 2007

Thanksgiving with yours...

Giovedì scorso è stato il giorno del ringraziamento e siamo stati ospiti di uno studente, originario del New Jersey (credo) ma studente qua in Nord Carolina. Come tradizione pretende, ci siamo mangiati un bel pò di tacchino e ingozzati ben bene. Ottimo anticipo dell'imminente pranzo natalizio: gli americani ne sanno una più di Belzebù. Venerdì bis di cui sopra a casa di un'altra amica. Penso di essere ingrassato 2 o 3 chili. Il thanksgiving è una festa molto grande e importante, equiparabile al natale, tanto è vero che spesso qua si dividono equamente le feste tra famiglie. Thanksgiving con la famiglia del padre e Natale con quella della madre, insomma, Christmas with yours&Thanksgiving with yours too. Sebbene i lavoratori comuni non beneficino di poi molta vacanza, gli studenti (e quindi anche io) hanno avuto dal mercoledì alla domenica di buona uscita, immagino per dare loro il tempo di raggiungere le famiglie. Infatti, viene calcolato che per thanksgiving il traffico in tutti gli Stati Uniti raggiunge il picco più alto. La tradizione vuole anche che dopo il super pranzo/cena si collassi di fronte alla tv a vedere le partite di football americano, che praticamente si susseguono ininterrottamente dalla mattina. E' evidente che i giocatori non ringraziano. Venerdì ho fatto una scoperta meravigliosa. Fin dai tempi di Washington, il presidente degli Stati Uniti "perdona" un tacchino per questa festa, che grazie a questo presidential pardon viene graziato e spedire a morire di vecchiaia in Virgina, in un parco per bambini, ma in passato è stato anche mandato a spassarsela a Disney World. Per maggiori approfondimenti consiglio di guardare qui e per il filmato ufficiale della casa bianca di quest'anno qui Che dire...auspico che Napolitano possa fare la stessa cosa con il nostro agnello pasquale...

mercoledì, novembre 21, 2007

Incontro-Scontro con la sanità americana

Premessa: stento a capire molte cose del sistema sanitario statunitense, ergo, alcune delle cose che dico potrebbero essere delle cazzate, come del resto molte altre in questo blog. Tornando al mio simpatico incontro con l'ospedale di Chapel Hill, ho pensato di dover raccontare ancora altre due o tre cosette interessanti. Partiamo dalla testata: rialzato non mi sono assolutamente reso conto di quello che era successo, e mi sono quasi arrabbiato perchè volevo continuare a giocare, invece mi hanno obbligato ad andare a farmi dare una prima assistenza all'infermeria del dipartimento sportivo. L'infermierina che mi ha visto, appena scoperta la ferita, ha esclamato piena di soddisfazione "uh uh, this is a good one!", inutile nascondere la mia soddisfazione e il mio orgoglio di tanta beltà tradotta in sbrego. Ancora rintronato dalla botta, che effettivamente è stata notevole, sono andato in macchina col mio partner di testata (sua madre ha ricevuto parecchi complimenti da parte mia - gentilissimo eh, ci mancherebbe, però veramente un cignale) al pronto soccorso. Appena arrivati, dopo aver spiegato cos'era successo, prima chicca: per entrare nella sala d'aspetto bisogna consegnare borse e giacche a un poliziotto e poi passare per un metal detector. Il controllo non è una formalità, per niente. Dopo una prima attesa, sono entrato in una stanzetta per alcuni controlli di rito, temperatura, pressione, descrizione di quello che è successo. Nella seconda stanzetta, di fronte a un tipo in cravatta che chiaramente non era un medico, ho dato le mie generalità, compreso il social security number, che è una specie di codice fiscale molto più importante che in Italia e il numero di assicurazione che al momento non avevo con me. Ho capito che mi trovavo praticamente di fronte a un cassiere e che quello è il momento in cui l'ospedale ti mette a pi greco mezzi, prendendo le tue informazioni e facendoti firmare dei moduli, attraverso i quali ti faranno il culetto se non paghi. Nuova attesa di 15 minuti circa, dopodichè sono entrato al pronto soccorso vero e proprio. Mi hanno messo in una stanzetta delimitata da tendine colorate (con televisore, così se ti annoi mentre aspetti...) e aspettato, seppur a intervalli, un sacco di tempo. In ordine ho incontrato: dottore 1, Brian, che mi ha detto che sembrava un'abrasione, e che forse non servivano i punti 2. Infermiera 1, che ha controllato la ferita, si è riaperta e mi ha sbrodolato simpaticamente di sangue (mio, ma pur sempre sbrodolato). 3. Infermiere 2, che mi ha ripulito la ferita con una siringa ad acqua. 4. Dottore 2, che mi ha guardato, ha chiesto se ero italiano, se ero di Firenze, cosa ci facevo a Chapel Hill, e come mi ero fatto male 5. Dottore 1 - Brian, che mi ha cucito la ferita dicendo un sacco di cazzate. Carino e bravo eh, ci mancherebbe, ma una fonte ininterrotta di stronzate, tra le quali: "non saresti contento se il tuo amico non avesse anche lui i punti?" "In Italia i medici guagnano poco" "Hai i capelli lunghi...è così che conquisti le ragazze? Beh certo non verrai a dirlo a un americano.." cosa alla quale ho risposto chiaramente di no. Anche se forse la cosa più divertente è stata, dopo che sentiva che rispondevo solo uhmmm...si...o no, "Sei sicuro di capire quello che dico?" -"non molto". Alla fine ho anche incontrato l'infermiere n°3. Nei vari intervalli mi chiedevo come mai vedevo tanta gente, poi ricordandomi quello che mi aveva raccontato un'amica che aveva avuto un incidente qua, ho capito che li vedevo perchè così li dovrò pagare. Del resto il "patient handbook" (All'ultima pagina, chissà perchè. Almeno non è a caratteri piccoli) dell'ospedale parla chiaro:"If your doctor has asked other doctors to assist in your care, their charges will appear on the same bill. Also, there may be charges from doctors you never see or meet, such as the radiologists who interpret X-Rays". La chiccha finale. Ho scoperto che la mia assicurazione ogni volta che mi presento al pronto soccorso mi farà pagare 100$, a meno che non sia un urgenza. Da quanto mi è parsodi capire parlando qua e là, sei urgente quando sei in pericolo di vita. A questi 100$ (che sono un prezzo fisso per tutte le assicurazioni, anche se il prezzo varia), bisogna aggiungere il 20% del totale (l'assicurazione paga l'80%). Non appena mi arriva il conto vi farò sapere, ma di sicuro per la testata di un ******* dovrò pagare parecchi soldi. Non oso pensare i risvolti di questo sistema per buona parte della popolazione che non può permettersi il "lusso" di essere curata. Mi chiedo: che differenza c'è tra gli Stati Uniti e la Tanzania sotto questo punto di vista? In Tanzania se succede qualcosa paghi tutto, medicine e dottori. Qua, con alcune differenze, il concetto è lo stesso. E allora che differenza c'è tra un paese del terzo mondo e quella degli U.S.A? Il punto è che qua la sanità è una torta da cui devono mangiare in molti: assicurazioni, ospedali, medici (il conto dell'ospedale e quello dei dottori sono divisi!), infermieri, case farmaceutiche. Un esempio su tutti. Su un foglio che mi hanno dato si dice: "Laceration - A laceration is a cut [...] The goal of emergency treatment is to clean the wound and close it to prevent infection, control bleeding and speed healing [...] If you do not like the way the scar looks after six months, a plastic surgeon may be able to perform a scar revision". In soldoni, una semplice suturazione ala buona permette di mangiare alle case farmaceutiche (al supermercato ho visto almeno 6 (dico, 6!) prodotti anti cicatrice, una roba mai vista in Italia, neanche in farmacia) e ai chirurghi plastici, che di sicuro non ne hanno troppa necessità. Non dico che facciano le cose male apposta, certo il dubbio un pò lo insinuano... A vedere il risultato a me tutto sommato dovrebbe essere andata bene, visto che mi hanno tolto (ieri) i sette punti dall'ospedale per gli studenti (dove sono coperto al 100%), ma sarà sempre così? La morale della favola è: l'America non è un luogo saggio dove invecchiare. Dulcis in fundo: se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui meritate un premio: il blog di Marilena http://lacartolina.wordpress.com Lo faranno il giuramento di Ippocrate? "Consapevole dell' importanza e della solennità dell' atto che compio e dell' impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell' uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente; di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; di prestare la mia opera con diligenza, perizia, e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione; di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale ed alle mie doti morali; di evitare, anche al di fuori dell' esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione. Di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica; di prestare assistenza d' urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità a disposizione dell'Autorità competente; di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto; di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell' esercizio della mia professione o in ragione del mio stato; di astenermi dall' "accanimento" diagnostico e terapeutico."

lunedì, novembre 19, 2007

1 nuova=cattiva nuova

Mentre aspetto Marilena in ufficio ne approfitto per raccontare l'ultima chicca in ordine temporale. Con piu' tempo e documentazione allarghero' il post con una bellissima foto da padrino. Per farla breve: giovedi' scorso, torneo interno di calcio, squadra mista. Rimessa laterale verso il centro dell'area di rigore che il nostro strenuamente difendeva. Stacco di testa alla Cannavaro e palla deviata fuori dal pericolo...ma... il cinghiale di turno salta alla mia sinistra, in netto ritardo perche' dopo che io ho gia' toccato la palla mi rifila una testata alla sinistra del sopracciglio sinistro con la parte alta della testa, rovino a terra urlando per il dolore. Risultato: 8 punti di sutura, parecchi dubbi proferiti sulla moralita' della mamma del simpatico Zidane di turno, parecchie madonne. Seguira' simpatico racconto sulla sanita' americana, che merita di essere narrato, tanto per capire concretamente, e non filosoficamente parlando, un problema colossale di questo paese.

mercoledì, novembre 14, 2007

Nessuna nuova buona nuova

Cari tutti,
le cose procedono bene. Come alcuni sanno non sono più solo, il che ovviamente mi fa immensamente piacere. Ho fatto buona parte del lavoro nella prima parte del semestre, e ultimamente sono più rilassato e ho un pò più tempo. Purtroppo per poco, perchè alla fine del semestre manca meno di un mese, e tra poco scatterà la consegna dei saggi finali. Prosegue il processo di ambientamento alla didattica americana, tra alti e bassi direi, e il prossimo semestre l'asticella sarà sicuramente più alta, visto il terzo corso che ho deciso (mio malgrado) di prendere.
In generale non posso davvero lamentarmi, almeno per ora, più avanti ne riparleremo. Intanto siamo con Halloween alle spalle (mi sono vestito da cavernicolo, ma nonostante la mia dignità sia all'altezza della tavoletta sto facendo sforzi inumani per non farla scivolare dentro, ergo, scordatevi la foto), e con Thanksgiving in arrivo per la prossima settimana, quando ci aspetteranno almeno due pranzi di tacchino dalle dimensioni inimmaginabili. I tacchini surgelati (interi) sono già negli scaffali dei supermercati, e io non vedo l'ora che sia il giorno del ringraziamento, un pò per la vacanza, soprattutto per la curiosità di vedere questo aspetto della cultura americana che non ho vissuto lo scorso anno perchè non ero qua.

Nell'attesa, spero meno lunga, del prossimo post, vi lascio con una foto significativa...
Per par condicio devo sottopormi anch'io alla pubblica gogna...