lunedì, settembre 08, 2008

Il grande cagnone

Sono sincero: sono stanco, dovrei studiare o lavorare, ma non ho voglia. A dire il vero non avrei voglia neanche di scrivere questo post, ma non avrò più tempo nei prossimi 10 giorni, anzi, e se non lo faccio ora non lo faccio più. Quindi...... Immaginando di tornare indietro di 10 giorni, immaginate un venerdì come un altro, in cui lavorate solo dalle 2 alle 2 50, ed avete appuntamento con chi vi porterà all'aereoporto alle 3 a casa vostra. Così, dopo settimane tra un pò di paura per una 3 giorni di vacanza prima degli esami, e la voglia di cogliere un'occasione che potrebbe non ripresentarsi presto, ecco che il fatidico giorno è arrivato. So quando parto e quando torno, so dove dormire la prima e l'ultima notte, ma il resto è abbastanza un'incognita. Arrivo all'aereoporto puntuale, mando un sms a Daniele per dirgli che è tutto regolare, e che ci vediamo a Phoenix, Arizona. Mi aspetta un viaggio senza sto di 5 ore e mezzo, non molte di meno rispetto a un viaggio da Londra alla costa est degli Stati Uniti. Non proprio dietro l'angolo come si vede da qua. Una volta arrivati a Phoenix prendiamo la macchina a noleggio, già prenotata da Daniele da tempo, e voliamo verso Red Lake, dove il mitico ostello che avete già visto in foto ci aspetta. Il viaggio fila via veloce, fino ad un incidente in autostrada che ci tiene in coda parecchio tempo. La stanchezza comincia a farsi sentire, e si vede anche dal fatto che superiamo l'ostello senza accorgercene, facendo circa 15 miglia in più (mi pare). Torniamo indietro, tra le bestemmie interiori di Daniele perchè non ho stampato la cartina, e i miei interrogativi su dove sarà questa ridente cittadina chiamata Red Lake. Finalmente la troviamo: la ridente cittadina è una stazione di benzina, con accanto delle camere. Avevo avvertito che saremmo arrivati tardi, e poichè il posto chiudeva alle 8, mi avevano detto di andare alla stanza 5, l'avremmo trovata aperta. Sulle prime non capivo sul come potessero lasciarla aperta, poi ho capito. Nel mezzo a nulla, grossi rischi di infiltrati non ce n'erano. Sulla porta, un cartello annuncia perentorio: "Murjai, your room is ready". E giustamente Daniele osserva: non c'era molto da preparare affinchè fosse "ready"... A questo punto ci assopiamo nel giro di qualche nano secondo, aiutati dal cheeseburger che ho mangiato prima di partire, e da quello che ho mangiato in autostrada. To be continued... ;-) ALCUNE FOTO: 1. All american food. Il mio viaggio inizia qui, cheeseburger all'aereoporto come da regolamento. Notare il voto: 95 - A :-) 2. La US Airways sta veramente raschiando il barile: niente da bere (l'acqua costa 2$! Supplemento sul primo bagaglio di 15$ e pubblicità sul porta vivande!) 3. La camera dell'ostello: a volte un'immagine è meglio di mille parole. Questo era il letto di Daniele

1 commento:

Simo ha detto...

Com'è invitante quel letto... ;)