Ieri stavo amabilmente seduto al computer, quando sento come qualcosa che mi cade su un piede. Ho pensato subito che potesse essere quello che poi si rivelato essere, ma quei 5 secondi di ignoranza ed innocenza, ripensandoli adesso, sono stati bellissimi. Dopo quei 5 secondi infatti (immaginatemi con un "ma che caz..." tra le labbra), ho infatti visto scodinzolare una cosa nera e zamputa dietro la scrivania. Scondinzolare non è esagerato. Era grande quanto un mignolo, diciamo con una nocca in meno. A quel punto non poteva mancare un CAZZO! a piena voce, per la gioia del mio coinquilino. In piena crisi isterica Pandesca l'ho fatto uscire e l'ho schiacciato, ma non è stato un incontro piacevole. Era grande, ma almeno non era nero, solo marrone. Sì: era uno scarrafone, porca di quella P.... Compiti per oggi: disinfestare, alias pulire a fiamma, no, letteralmente.
mercoledì, settembre 24, 2008
venerdì, settembre 19, 2008
Ho finito gli esami!
Martedì scorso ho fatto il terzo e ultimo esame. I primi due pare siano andati bene, incrociamo le dita per il terzo, che con un pò di fortuna non dovrebbe essere così scadente da essere bocciato. Ai posteri l'ardua sentenza.
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sabato, settembre 13, 2008
Ci son quei giorni...
che invece di studiare uno si mette a scrivere post, anche se di tre righi, ma il concetto che volevo esprimere naturalmente era un altro, ma tanto lo avrete già capito. In attesa del Grande cagnone 3, volevo solo dire che giovedì scorso ho fatto due dei miei tre esami, e dovrebbero essere andati benino (lo "spero" è quantomai d'obbligo). Martedì prossimo mi aspetta l'ultimo, sul ventesimo secolo, che dovrò scrivere in inglese: inutile dire che non vedo l'ora di tornare a giornate un pò più tranquille, in cui non si studia E BASTA dalla mattina alla sera, ma si fa anche un pò di vita sociale. Fino ad ora per studiare ho sospeso tutto il resto, correzione degli esami dei miei studenti, letture per le altre lezioni, preparazione delle mie lezioni un pò alla sanfasò; rimettermi a fare queste cose avrà l'impatto che il mio tempo libero non aumenterà così tanto, per non parlare delle presentazioni che dovrò presto fare e dei saggi che dovrò scrivere, ma si sa, questa è la simpatica vita accademica americana. E intanto, il primo pacco di taralli e il primo pacchetto di caffè portati dall'Italia sono andati...
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martedì, settembre 09, 2008
Il grande cagnone \2
Il giorno successivo, dopo una sveglia non eccessivamente castigante ed in linea con il clima vacanziero, ci alziamo ed iniziamo a prepararci comprando qualche cosetta da mangiare, dopo aver sorseggiato l'ottimo caffè locale. Ancora non abbiamo molto ben chiaro come stanno le cose a Tuyasan o all'interno del parco, ma meglio così. Dopo poche miglia arriviamo appunto a Tuyasan, che dovrebbe essere la prima cittadina fuori dal parco: in realtà sono 2 case, e un pò di negozi, tra cui le immancabili catene di fast food (più di una, perchè tra l'una e l'altra ci sono differenze enormi). Abbiamo cercato un pò di capire il da farsi, quali percorsi. Per un attimo era balenato l'idea di andare fino al fiume e ritorno in giornata, poi l'isterismo (in parte motivato) dei Rangers ci ha trattenuto. Entriamo con la macchina nel territorio del parco e andiamo al primo campeggio: pieno. Restano due alternative, un campeggio poco fuori dal parco, e il campeggio libero :-) Sembra, ma tra le due non c'è molta differenza. Ci fermiamo al campeggio per 10$ (in 2!) per il posto tenda. Non ci sono le docce, ma cosa vuoi che sia 2 giorni a camminare senza lavarsi! Però c'è anche una griglia per il barbecue... Usciamo dal campeggio e torniamo al parco, stavolta per camminare. Arriviamo in macchina all'attacco del sentiero, e partiamo. I cartelli isterici dei rangers continuano a minacciarci, ma imperterriti i due nostri eroi continuano a scendere. Prima di andare al canyon pensavo che in fondo bastasse guardarlo dal bordo verso il basso, e che questo bastasse. Non avevo capito un cazzo. La cosa più bella è scendere verso il fiume. Via via che si scende, e si fanno curve, tornanti, si scoprono colori nuovi, scorci nuovi, visuali differenti, un vero spettacolo. Arrivati al punto prefissato (che non avrebbe fatto incazzare i rangers), ci fermiamo, nel grande silenzio, a guardare, e ad ascoltare il rumore delle ali che fendono l'aria di quel grosso volatile che si libra nell'aria. Dopo un pò siamo estasiati a sufficienza, e dopo la mente è giusto estasiare la panza. Partiamo aggressivi alla volta del supermercato. Il cielo si fa fosco, ma i due non realizzano, ed escono dal supermercato con un carico di ciccia da far impallidire un leone della savana che non mangia da tre giorni con famicone chimico. Tempo cinque minuti di macchina, che inizia a piovere, e il silenzio cala prepotente sui due. Sguardi preoccupati all'orizzonte: nero. All'arrivo al campeggio, usciti nella macchina con la speranza di un segno che stia per spiovere, i due restano delusi. Soluzione: beviamoci una birra, tutto si risolverà. Esito: smette di piovere, carbonella accesa, salsicce e braciole a go go sulla griglia. A 300 secondi dall'ultimo morso all'ultima salsiccia ricomincia a piovere. Scappiamo nella tenda dal valore di 25$ comprata da Daniele (che per questa vacanza ha fatto quasi tutto, a differenza mia). La notte verrà giù parecchia, ma parecchia acqua. Eppure...i due restano asciutti. Morale della favola: la fortuna aiuta gli audaci. To be continued...
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lunedì, settembre 08, 2008
Il grande cagnone
Sono sincero: sono stanco, dovrei studiare o lavorare, ma non ho voglia. A dire il vero non avrei voglia neanche di scrivere questo post, ma non avrò più tempo nei prossimi 10 giorni, anzi, e se non lo faccio ora non lo faccio più. Quindi...... Immaginando di tornare indietro di 10 giorni, immaginate un venerdì come un altro, in cui lavorate solo dalle 2 alle 2 50, ed avete appuntamento con chi vi porterà all'aereoporto alle 3 a casa vostra. Così, dopo settimane tra un pò di paura per una 3 giorni di vacanza prima degli esami, e la voglia di cogliere un'occasione che potrebbe non ripresentarsi presto, ecco che il fatidico giorno è arrivato. So quando parto e quando torno, so dove dormire la prima e l'ultima notte, ma il resto è abbastanza un'incognita. Arrivo all'aereoporto puntuale, mando un sms a Daniele per dirgli che è tutto regolare, e che ci vediamo a Phoenix, Arizona. Mi aspetta un viaggio senza sto di 5 ore e mezzo, non molte di meno rispetto a un viaggio da Londra alla costa est degli Stati Uniti. Non proprio dietro l'angolo come si vede da qua. Una volta arrivati a Phoenix prendiamo la macchina a noleggio, già prenotata da Daniele da tempo, e voliamo verso Red Lake, dove il mitico ostello che avete già visto in foto ci aspetta. Il viaggio fila via veloce, fino ad un incidente in autostrada che ci tiene in coda parecchio tempo. La stanchezza comincia a farsi sentire, e si vede anche dal fatto che superiamo l'ostello senza accorgercene, facendo circa 15 miglia in più (mi pare). Torniamo indietro, tra le bestemmie interiori di Daniele perchè non ho stampato la cartina, e i miei interrogativi su dove sarà questa ridente cittadina chiamata Red Lake. Finalmente la troviamo: la ridente cittadina è una stazione di benzina, con accanto delle camere. Avevo avvertito che saremmo arrivati tardi, e poichè il posto chiudeva alle 8, mi avevano detto di andare alla stanza 5, l'avremmo trovata aperta. Sulle prime non capivo sul come potessero lasciarla aperta, poi ho capito. Nel mezzo a nulla, grossi rischi di infiltrati non ce n'erano. Sulla porta, un cartello annuncia perentorio: "Murjai, your room is ready". E giustamente Daniele osserva: non c'era molto da preparare affinchè fosse "ready"... A questo punto ci assopiamo nel giro di qualche nano secondo, aiutati dal cheeseburger che ho mangiato prima di partire, e da quello che ho mangiato in autostrada. To be continued... ;-) ALCUNE FOTO: 1. All american food. Il mio viaggio inizia qui, cheeseburger all'aereoporto come da regolamento. Notare il voto: 95 - A :-) 2. La US Airways sta veramente raschiando il barile: niente da bere (l'acqua costa 2$! Supplemento sul primo bagaglio di 15$ e pubblicità sul porta vivande!) 3. La camera dell'ostello: a volte un'immagine è meglio di mille parole. Questo era il letto di Daniele
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sabato, settembre 06, 2008
Tropical storm
Potrei raccontarci del gran canyon, ma poichè sono merda, non lo farò. Primo, perchè tra 3 minuti ricomincio a studiare, secondo perchè sono davvero una merda. Ma spero di riuscire a farlo quanto prima, diciamo entro domani sera, anche se sono incasinato parecchio. Ieri sembrava che fosse in arrivo una tempesta tropicale, rimasugli dell'uragano Hanna, che dalla florida hanno risalito le coste di Georgia, South e North Carolina. Devo ammettere che con una certa incoscienza era molto curioso di vedere cosa succedeva, anche perchè più o meno si sapeva che sarebbe stata una cosa tranquilla. Grande delusione, solo un pò di pioggia, neanche particolarmente cattiva. Niente fulmini, tuoni, vento. Le piogge torrenziali estive sono molto peggio. Pazienza. Intanto io proseguo nel mio studio matto, ma soprattutto disperato, nel senso che mi fa disperare perchè non ho voglia. Il primo esame sarà giovedì (mattina e pomeriggio), il martedì successivo l'ultimo (solo mattina). Non vedo l'ora di togliermeli. Per il resto sto cercando di essere il più efficente possibile, andando a letto presto, tipo 22 30, e alzandomi alle 6 30. Qualcuno non ci crederà, invece è davvero così, ed ormai sta diventando una routine, anche abbastanza piacevole devo dire. Per ora le cose filano regolari, perchè le classi che seguo non sono state particolarmente impegnative, ma test e composizioni da correggere nelle classi che insegno, e presentazioni in quelle che faccio da studente iniziano ad arrivare, e tenere un piede sulla staffa degli esami, e l'altro sulle altre 5000 cose non è facile. Per ora me la sto cavando bene, senza concedere molto allo stress (devo ammettere che sono stupito io stesso), vediamo quanto dura. Ecco la foto del Grand Canyon che tutti volevate vedere. L'ostello dove abbiamo dormito. Maestoso, n'èvvero? >
Pubblicato da Metello alle 7:56 PM 1 commenti