Sono all'inizio del mio secondo anno e mezzo qua negli Stati Uniti, dopo 3 semestri passati qua, due traslochi e varie cose. Stento ancora a capire cosa ci sto a fare, ma questo è un discorso più ampio, complesso, e senza risposta. Sono arrivato domenica scorsa alle 17 15 in perfetto orario, nessun problema ai voli, nè ai bagagli. Colto dalla stanchezza di aver passato la notte precedente volutamente in bianco (sui voli ho dormito abbastanza), accusavo un pò di mal di testa, ma non per questo non mancavo di presentarmi al primo ritrovo sociale: pic nic con immancabili hot dog a bordo piscina. Purtroppo tempo inclemente, e mancato bagno. Salutare tutti gli amici dopo un estate è bello, specialmente prima del semestre, quando non si è stressati, ancora non si odia nessuno, e si ha voglia di vedersi e raccontarsi un pò (quasi mai troppo). Il giorno dopo sveglia inevitabile alle 7:00 (almeno non alle 6 come da rito post-volo transoceanico), e pseudo giornata universitaria, con giro al campus e poi in ufficio per sistemare le prime stronzate burocratiche, che rubano tanto di quel tempo da mettersi a piangere. Pomeriggio a casa a studiare, in attesa di quegli esami che presto arriveranno, e per i quali non sarò mai preparato abbastanza. Martedì stesso copione, mi sveglio pimpante ed energico, mi alzo presto, faccio colazione e mi metto a studiare prima della prima lezione dell 9 30, ma con un certo dolorino alla panza. Il resto è storia: tre giorni a letto con i peggiori sintomi che il corpo umano possa esprimere, vomito, diarrea e febbre alta (per fortuna non insieme ma divisi nei tre giorni). Oggi, dopo tre giorni di studio matto, disperato, solitario, e soprattutto palloso, dovrei tornare al mondo esterno dalla mia camera. Ore 2 pm: lezione di italiano.
venerdì, agosto 22, 2008
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